13-06-05
 
Pag. 12, Provincia
 
 
 
Chioggia. Successo per l’operazione di pulizia primaverile promossa dall’associazione che si batte a sostegno dell’area

Trecento sub difendono le Tegnùe

Immersione collettiva per chiedere più tutela dell’oasi marina



 
 
 
 

CHIOGGIA. Sono scesi fin sul fondale quasi in trecento, muniti di bombole, maschere, erogatori, pinne e quant’altro. Un vero e proprio esercito, indebolito solo da qualche defezione provocata dal maltempo, ma animato dal «fuoco sacro» dell’amore per l’ambiente marino che, a tre miglia dal litorale, riesce a dare il meglio di sè. La grande manifestazione ecologica promossa dall’associazione «Le Tegnùe» ha mobilitato sub provenienti da Veneto, Emilia e Lombardia.
E’ stata forse la più grande manifestazione del genere in Italia. Appuntamento alle 9,30 a punta Poli, vicino al mercato ittico di Chioggia. Il cielo è grigio, il mare non è dei migliori. Ma le imbarcazioni si affollano lo stesso. Sono pochi, per la verità, i piccoli gommoni, scoraggiati dalle previsioni meteo che non prevedono nulla di buono. Ma gli organizzatori hanno mobilitato pescherecci capaci di portare 40 sub alla volta. E poi ci sono due motovedette della marina militare, con tanto di subacquei militari, che forniscono appoggio all’organizzazione e partecipano attivamente a tutte le operazioni. Si parte verso le 10. Meta prevista le otto boe lungo le quali, per oltre tre ore, si calano quasi trecento sub. Tutti a caccia d’immondizia sul fondale. Sì, perché le Tegnùe - un’area di tutela biologica vasta circa venti chilometri quadrati, con formazioni rocciose e fauna marina di grande pregio - sono utilizzate spesso come una discarica. «Capita che pescatori che effettuano lo strascico e si ritrovano fra le reti immondizia di vario genere, vengano poi a scaricarla qui perché è una zona in cui non possono pescare, e quindi non corrono il rischio di ritrovarsi fra le mani la stessa sporcizia due volte - spiega Piero Mescalchin, presidente dell’associazione Le Tegnùe - da tempo abbiamo chiesto l’intensificazione dei controlli, ma la Capitaneria di porto non ha uomini e mezzi sufficienti. L’iniziativa, più che a raccogliere i rifiuti, è servita proprio a questo: sensibilizzare tutti sull’importanza di tutelare maggiormente questo tratto di mare».
Alla fine sono venuti a galla barattoli, scarponi, un casco, molto nylon. Sul fondale sono stati trovati diversi metri di rete da pesca, che però sono stati lasciati al loro posto perché ormai inglobati nell’ambiente naturale. Alla partenza erano presenti l’assessore regionale alla Pesca, Isi Coppola, il sindaco di Chioggia, Fortunato Guarnieri, il consigliere regionale Lucio Tiozzo, il responsabile dell’istituto di ricerca Icram, di Chioggia, Otello Giovanardi, il ricercatore dell’università di Bologna Massimo Ponti, consiglieri comunali e rappresentanti del mondo della pesca. (a.a.)

ritorna