07-10-04
 
Pag. 33, Provincia
 
 
 
La Regione stanzia 120 mila euro per le Tegnùe
 
 
 
 

 

CHIOGGIA. Prosegue l’azione per la tutela e la valorizzazione delle Tegnùe di Chioggia. La Giunta veneta, su proposta dell’assessore alle politiche dell’ambiente Renato Chisso, ha impegnato altri 120 mila euro per la conclusione del progetto triennale, presentato dall’Associazione «Tegnùe di Chioggia» - onlus, che prevede la gestione integrata della zona di tutela biologica delle Tegnùe. Le attività previste dal progetto riguardano tra l’altro la realizzazione di un sistema di segnalazione nell’area e l’approntamento di tutte le strutture necessarie per consentirne la fruibilità; la caratterizzazione geomorfologia e biologica dei fondali; la realizzazione di materiale divulgativo ed educativo (testi, fotografie, audiovisivi). «L’iniziativa dunque - fa presente Chisso - punta principalmente alla conservazione e valorizzazione della zona, ma persegue anche finalità di tipo divulgativo ed educativo, con l’intento di sensibilizzare la popolazione e i turisti sul valore ambientale dell’area e di promuovere l’integrazione delle tradizioni locali di pesca con le azioni volte alla salvaguardia». Il finanziamento regionale, che si aggiunge a quello di 84 mila euro già erogato per dare avvio al programma, è stato reperito nell’ambito del fondo per la tutela e divulgazione ambientale, alimentato dagli introiti della cosiddetta ecotassa (il tributo per il deposito in discarica dei rifiuti solidi urbani). I responsabili scientifici dell’Associazione «Tegnue di Chioggia» dovranno raccordarsi con l’Osservatorio Alto Adriatico - Polo Regionale Veneto, istituito presso l’Arpav, per garantire il necessario scambio di informazioni e dati, assicurando in tal modo la massima sinergia tra interventi che insistono sulla medesima area oggetto di tutela. Le Tegnùe, che derivano il loro nome dal fatto che le reti dei pescatori venivano appunto «trattenute» dal fondale, sono delle formazioni rocciose di varia natura ed origine che emergono dal fondale sabbioso dell’Alto Adriatico e che rivestono un’importanza particolare per la conservazione e l’aumento della biodiversità. Si tratta di zone relativamente piccole, note da secoli ai pescatori ma che solo da pochi anni, grazie alle moderne tecnologie, si è cominciato ad indagare a fondo e a far conoscere al grande pubblico. La zona più importante, quella chiamata più propriamente «Tegnùe», si trova proprio al largo di Chioggia.

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