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| VENERDÌ, 16 APRILE 2004 | |
| Pagina 34 - Provincia | 
| AMBIENTE | 
| Tutela biologica, area più ampia Mescalchin lancia una proposta | 
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| CHIOGGIA. Visto che il decreto 
          del sottosegretario alla pesca Paolo Scarpa Bonazza Buora che istituiva 
          un’area di tutela biologica molto vasta - circa 160 chilometri quadri 
          davanti alla costa chioggiotta - è stato solo sospeso e non abrogato, 
        è credibile che tra qualche mese la questione si riproponga. Perché ci 
          sarebbe l’impegno dell’Italia nei confronti dell’Unione Europea di istituire 
          queste zone di ripopolamento delle risorse a fronte della possibilità 
          di poter erogare gli indennizzi per il fermo pesca. Il provvedimento che 
          sospendeva l’efficacia del decreto prevedeva che questo periodo dovesse 
          servire agli approfondimenti tecnico scientifici e al confronto con i 
          soggetti interessati. E proprio in questa ottica il presidente dell’Associazione 
          delle Tegnùe di Chioggia, Pietro Mescalchin, avanza una proposta alternativa: 
        «Sono convinto che quel tipo di perimetrazione dell’area da tutelare sia 
          inutile allo scopo che si prefigge, perché di fatto impedisce la normale 
          attività di pesca in fondali di nessun pregio. L’area eccessivamente larga 
          può risultare addirittura dannosa perché rischia una disobbedienza generalizzata 
          anche in quella zona delle Tegnùe su cui da anni stiamo facendo un lavoro 
          prezioso di valorizzazione e che, se rispettata a dovere, potrà essere 
          una vera risorsa per la pesca, il turismo e l’immagine della città. Rinunciando 
          a tracciare un semplice quadrilatero sulla carta si possono recuperare 
          a macchia di leopardo altri affioramenti nella fascia costiera da Venezia 
          fino a Lignano. Ma c’è anche un’altra zona di pregio molto interessante 
          più al largo, a circa 20 miglia, in acque internazionali, ampia tre chilometri 
          per uno, che ha le stesse caratteristiche delle nostre Tegnùe, analoga 
          profondità e acqua anche più limpida perché lontana dai fiumi. Con un 
          accordo con la Croazia qui si potrebbe addirittura prevedere un parco 
          marino internazionale. Per quanto riguarda la tutela delle Tegnùe serve 
          collocare presto le boe di segnalazione e controllare in modo più puntuale 
          il divieto di pesca e di ancoraggio». |