DOMENICA, 17 AGOSTO 2003
 
Pagina 29 - Provincia
 
L’associazione delle Tegnùe ha esplorato i fondali
 
Un mare pulitissimo per la prolungata siccità
 
 
 
 

 

CHIOGGIA. Mare pulito e pieno di vita. L’ha rilevato l’equipe impegnata, assieme all’associazione «le Tegnùe», nell’esplorazione dei fondali e dell’ecosistema marino delle infiorescenze al largo di Chioggia. La prolungata siccità che ha ridotto la portata dei fiumi, provocando l’emergenza acqua potabile, paradossalmente ha avuto anche effetti positivi, eliminando gli scarichi inquinanti. «Da anni non si vedeva un mare così limpido anche nelle acque profonde - spiega Piero Mescalchin, presidente dell’associazione Tegnùe - Abbiamo constatato che il mare è ricco di ossigeno, al contrario degli anni passati in cui si verificano frequenti crisi anossiche».
 I rilievi sull’ecosistema biologico delle Tegnùe fanno parte di un progetto triennale di sperimentazione della gestione dell’area, dichiarata nell’agosto del 2002 zona a tutela biologia, che coinvolge oltre all’omonima associazione, le università di Padova, Venezia e Bologna e alcuni istituti di ricerca, tra cui l’Icram e l’Arpav. «I nostri campionamenti rivelano un’acqua limpida, eccezionalmente calda e priva di mucillagini e fioriture algali - spiega Massimo Ponti, responsabile del Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali dell’università di Bologna - Tra le 3 e le 10 miglia al largo l’acqua è trasparente, anche a 20 metri di profondità e raggiunge i 18 gradi, contro i soliti 14 (in superficie arriva a 30º). L’assenza di pioggia ha favorito la limpidezza dell’acqua. La presenza di piante lagunari a riva è dovuta alla corrente, è un fenomeno naturale che non ha nulla a che vedere con l’inquinamento». Il progetto, finalizzato alla mappatura dei fondali delle Tegnùe e al censimento delle popolazioni ittiche e bentoniche, prevede anche rilevazioni geomorfologiche che inizieranno mercoledì prossimo con le perlustrazioni della nave «Astrea» dell’Icram, dotata di strumentazioni oceanografiche di ultima generazione.
(Elisabetta Boscolo Anzoletti)

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