Martedì, 25 Aprile 2006

 
Una trentina di appassionati ammessi al corso per subacquei avviato con la supervisione di Alfredo Guerra, coordinatore del Comitato tecnico dell'Associazione

«Tegnue, servono restrizioni e controlli»

Un'area preziosa per la città che i pescatori hanno imparato a rispettare ma minacciata dall'invasione del diportismo
 

Chioggia

(G.B.) Si va avanti al freno tirato. Il presidente dell'Associazione "Le Tegnue", Piero Mescalchin, dà notizia in questi giorni dell'iniziativa per un corso di "subacquei esperti delle Tegnue", in pratica le guide dell'oasi subacquea, ma mantiene viva la minaccia di salpare le boe che la individuano se non interverranno provvedimenti intesi alla salvaguardia di un ambiente irripetibile. Le "Tegnue" rappresentano su un'area di 26 chilometri quadrati e con fondali che variano da 9 a 22 metri, un rifugio naturale provocato dalle asperità del terreno, che hanno protetto flora e fauna. Tra i provvedimenti richiesti, che devono essere deliberati dall'autorità competente, il divieto di ancoraggio e gli opportuni controlli per farlo rispettare. Chioggia conta su una ricchezza che i pescatori hanno imparato a riconoscere e a rispettare per arricchire la propria offerta turistica e per attirare una clientele di qualità che finirebbe per potenziare la scelta intesa a privilegiare un turismo ecocompatibile.

Quanto al corso per subacquei, cui sono stati ammessi una trentina di appassionati, è già iniziata la parte didattica sotto la supervisione di Alfredo Guerra, coordinatore del Comitato tecnico dell'Associazione "Le Tegnue". Cenni di tassonomia e botanica (dottoressa Veronica Zanon del Cnr di Venezia), geomorfologia (dottor Gianluca Franceschini dell'Icram), approfondimenti su vegetali, vertebrati (dottoressa Carlotta Mazzoldi, Università di Padova) ed invertebrati (dottor Massimo Ponti, Università di Bologna), queste le materia fondamentali della parte teorica del corso prima delle uscite in mare a bordo dal catamarano della società Visma. Quindi l'intervento del dottor Massimo Arboit, medico sportivo subacqueo e profondo conoscitore dell'iperbarismo e del dottor Massimo Ponti sull'impatto ambientale dell'attività subacquea. Il corso si conclude sabato prossimo, 29 aprile, con cenni di meteorologia, gestione delle boe, mappe e percorsi a cura di Alfredo Guerra. Prima del diploma i corsisti dovranno effettuare comunque altre immersioni.

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