Martedì, 16 Dicembre 2008

 
CHIOGGIA Duri attacchi all'Amministrazione per la gestione della riserva marina, ancora fermo il progetto per l'assegnazione di una prima tranche da 350mila euro
L'associazione "Le Tegnue" batte cassa in Comune
 
Il presidente Mescalchin: «Avanziamo ancora i soldi stanziati con la legge regionale per la salvaguardia delle oasi»
 
 

Chioggia
      (g.b.) «Questa di Chioggia è l'Amministrazione comunale delle promesse mancate». Piero Mescalchin, presidente dell'Associazione “Le Tegnue di Chioggia”, cui il Comune ha affidato la gestione dell'omonima oasi marina è deciso a vuotare il sacco «a fronte di appuntamenti regolarmente mancati, di un anno che si sta concludendo in modo sterile per l'indifferenza del Comune puntuale solo nel mancare gli appuntamenti che via via s'è dato».
      A monte di tutta la vicenda c'è la legge 15, quella proposta dal governatore Giancarlo Galan, che ha per scopo di valorizzare la produzione salvaguardando le oasi esistenti e di crearne di artificiali per il ripopolamento dell'alto Adriatico. Tra i beneficiari dei fondi di questa legge per più d'un milione di euro il Comune di Chioggia e suo tramite il gestore dell'oasi, l'Associazione presieduta da Mescalchin.
      «Un progetto per l'assegnazione di una prima tranche da 350mila euro –ricorda Mescalchin- doveva essere inviato in Regione dal Comune entro lo scorso anno. Ma a febbraio di quest'anno è pronta solo una delibera ‘che approva il progetto di posizionamento delle mede di segnalazione delle tegnue di Chioggia (boe luminose per perimetrare l'oasi, ndr) unitamente al progetto globale in via di approvazione».
      Mescalchin si dà da fare. Interviene in Regione. A giugno, quando non ne può proprio più, scrive al sindaco per comunicargli l'intenzione di rinunciare alla gestione dell'oasi. La crisi viene superata. Il Comune stipula finalmente una convenzione con la Regione ed una seconda con l'Associazione Tegnue di Chioggia, che ha intanto avviato una propria attività ricorrendo a finanziamenti bancari. Mescalchin firma la convenzione perché il Comune gli ha promesso di procedere quanto prima all'acquisto delle mede. Solo la prova di questo acquisto svincola, dopo il finanziamento del 50 per cento dei 350mila euro per il Comune, una seconda tranche del 40 per cento, che si prevede vada all'Associazione per le spese sostenute e da sostenere. L'acquisto non è avvenuto e non è facile che avvenga a breve, ritiene Mescalchin. Quanto alla Regione, chiusa la cassa col 30 novembre i fondi vanno a residuo: se ne riparlerà dal prossimo febbraio. E intanto? «Tengo duro –conclude Mescalchin- e protesto. Soprattutto per quello che ha fatto l'Associazione dico che non voglio essere preso in giro».

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